mercoledì 2 giugno 2010

E se le cose fossero andate così?


Ex – Palagianello,  giugno 2017

 A noi tutti era sembrata quasi un’idea non troppo malvagia quella di continuare ad avere la ferrovia al centro del paese. C’era anche chi aveva sperato nella presenza di uno o più sottovia e passaggi aerei pedonali al centro del paese. Purtroppo la realtà si è rivelata molto più drammatica. Le Ferrovie, vent’anni fa, riuscirono a spuntarla e completarono secondo il loro criterio il raddoppio della linea che congiunge il capoluogo della nostra regione a Taranto e che prevedeva per Palagianello un secondo binario affiancato al primo.

            Ora Palagianello non esiste più. O meglio, si è sdoppiato in due piccoli borghi, Castello e Croci. Le Ferrovie andarono oltre il progetto di affiancamento: costruirono un altro ponte distruggendo quello, storico, in pietra, sventrando la parte sottostante il tracciato urbano della rete e tutto per rendere più sicuro il percorso tra la gravina di San Biagio e quella della Forcella, deturpando sia la prima che la seconda. La “zona di rispetto”, l’area cioè intorno al quartiere dei lavori di raddoppio necessaria all’accesso dei mezzi, fu così ampia che causò la distruzione di vaste zone di verde della gravina e del paese vecchio. Le piante dei capperi sono sparite dal costone orientale, i piani di insediamento umano lungo la gravina sono un ricordo fotografico o su videocassetta, tutto intorno al ponte c’è una struttura di rinforzo in cemento armato.

            Il numero di convogli che transitano da oltre un decennio e mezzo sulla tratta Bari-Taranto è considerevolmente aumentato, il loro passaggio a velocità elevata ha fatto crollare, a causa delle vibrazioni prodotte, parecchie case lungo via Roma e via Matteotti ed anche nelle zone un po’ più interne, soprattutto quelle di più vecchia costruzione.

            Castello e Croci non hanno più un centro di ritrovo; il vecchio, Piazza Roma, fu sacrificato al raddoppio ferroviario. Un luogo pianeggiante e ragionevolmente ampio per passeggiare e ritrovarsi non esiste più. Eppure passeggiare oggi sarebbe davvero bello, senza troppi rumori come una volta: adesso circolano autovetture elettriche in numero sempre crescente. Sono più silenziose di quelle, ormai vecchie, col motore a scoppio, e non inquinano. Dei veri gioielli.

            Lo scalo merci a sud del paese non è mai stato realizzato. I nostri artigiani sono diventati più poveri; avevano sperato che la ferrovia passasse vicino ai loro insediamenti, ed ora non lavorano quasi più. Sono anche svanite le speranza per l’Interporto.

            I treni che si fermano a Castello e Croci  sono pochi e quanto accade è semplicemente per consentire una pausa ai motori. Non li prende più nessuno. Il servizio di autobus male ha supplito alla presenza del raddoppio ferroviario, presenza che non ci ha davvero giovato. Per i pullman è poco conveniente raggiungere due villaggi con un piccolo accesso ciascuno. Castello e Croci sono, ognuno dei due, simili a due vicoli ciechi, due strade chiuse.

            La vita dei villaggi, vibrazioni dei treni a parte, sonnecchia molto più di quella che caratterizzava Palagianello, nel secolo scorso. Castello e Croci contano insieme circa 3.800 abitanti. Per paura di quelle eccessive vibrazioni per il passaggio dei treni superveloci che procurano lesioni alle abitazioni, ma anche per mancanza di prospettive, in molti se se sono andati, Soprattutto giovani, perché nessuno si sognerebbe mai di investire, in zone tagliate quasi del tutto fuori dall’economia nazionale. Castello più che Croci: se quest’ultimo borgo è tutto sommato vicino alla Statale 7, arteria di una certa importanza, Castello ha di fronte a sé la provinciale per Mottola. Il futuro di queste contrade non esiste più.

            Se solo vent’anni fa avessimo bloccato il piano delle Ferrovie di affiancamento al già esistente binario che tagliava in due Palagianello, se solo avessimo dimostrato un po’ di capacità di reagire a quel piano, ora Palagianello sarebbe un solo paese, con la ferrovia non al centro ma a sud della zona urbana, vicina alla zona artigianale, forse anche con un soddisfacente sviluppo di piccole e medie aziende con molti posti di lavoro.

            Ma oggi, 23 giugno 2017, è tardi per piangere sul latte versato. Dobbiamo solo pensare a contattare carpentieri per lavori di rinforzo della struttura delle abitazioni che sono ancora in piedi se vogliamo restare a Castello e Croci o fuggire, come hanno fatto già in molti.