domenica 10 febbraio 2008

Oggi è la Giornata del Ricordo

Oggi è la Giornata del Ricordo.
Del ricordo delle vittime delle foibe, parola che forse voi avete conosciuto solo da qualche anno ma che io conosco da piccolo. Del ricordo di quegli Italiani, tra 9.000 e 15.000 , che scomparvero nelle fosse carsiche, uccisi dagli uomini di Josip Broz, detto Tito, il dittatore jugoslavo.
Durante l’occupazione jugoslava di Trieste e delle zone vicine ogni giorno decine e decine di persone sparivano nel nulla. Improvvisamente ci si accorse di quel che accadeva, ma nessuna seppe subito darne una ragione. Circolavano strane voci, su gente che forse era andata a finire proprio lì, in quelle fosse. Lì il terreno è come il nostro, solo che noi abbiamo le gravine, ampie e profonde. Anche le foibe sono profonde, mediamente 150 metri, ma sono larghe solo un metro e mezzo. Ad esse sopravvisse solo una persona, un maestro elementare che vidi in un’intervista in TV parecchi anni fa. Le persone venivano legate due a due: messe di spalle l’una all’altra, i polsi di una venivano legati alle caviglie dell’altra, quasi fossero una macabra replica di carte da gioco. Le coppie venivano poi legate le une alle altre sino a formare una catena umana che veniva condotta a forza dai soldati verso l’orlo delle foibe. La prima coppia veniva uccisa e precipitava così nella fossa, trascinando tutto il resto della catena. Agghiacciante.
Ma il Ricordo non è solo legato alle foibe. È legato anche all’esodo di tante persone, 27.000 abitanti solo da Capodistria, che hanno abbandonato quelle terre dopo l’avvento del regime comunista di Tito. Tanti Italiani che hanno lasciato l’Istria e la Dalmazia, che erano terre italiane sino a tutta la II Guerra Mondiale, e che d’improvviso si sono ritrovati senza casa, senza terra, con il cuore strappato dal petto. A quella gente, che mi è molto cara perché quella è la terra in cui è nato mio padre, va un pensiero particolare. Per chi ha commesso quelle atrocità il sentimento che provo è una profonda rabbia; dobbiamo però riconoscere che atrocità furono sicuramente commesse anche da Italiani nei confronti dei cittadini jugoslavi.
La guerra è davvero una gran brutta cosa.

Nessun commento: